
FALCHI NATO, BIG TECH E GUERRE PIANIFICATE: IL BILDERBERG 2025 BLINDA STOCCOLMA
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Tornano a riunirsi lontano da sguardi indiscreti: al Grand Hotel di Stoccolma si è aperta la 71ª edizione del Club Bilderberg, il summit più discusso (e meno raccontato) dell’élite globalista occidentale. Transenne, blindati e zone rosse hanno trasformato il centro della capitale svedese in un fortino. I media mainstream? Assenti. Nessuna troupe, nessun reportage: solo qualche cronaca distratta, e molti silenzi imbarazzanti.
Dietro la facciata di un “dialogo transatlantico”, si ritrovano i vertici dell’apparato militare, i manager delle Big Tech, i commissari dell’Unione Europea, i banchieri, i leader dell’intelligence e – come ogni anno – anche qualche giornalista amico.
Tra gli invitati ufficiali confermati:
– Mark Rutte, segretario generale della NATO e ospite d’onore
– Jens Stoltenberg, ex segretario NATO e ora co-presidente del Bilderberg
– Generale Christopher Donahue, comandante dell’esercito USA per Europa e Africa
– Satya Nadella, CEO di Microsoft
– Alex Karp, CEO di Palantir Technologies
E per l’Italia?
Presenze confermate:
– Mario Monti ed Enrico Letta, volti storici dell’europeismo liberal-globalista
– Stefano Feltri, giornalista ed ex vicedirettore del Fatto Quotidiano
– Valentino Valentini, viceministro del governo Meloni alle Imprese e al Made in Italy
Completano il quadro otto alti funzionari UE, tra cui:
– Maros Sefcovic (Commercio)
– Nadia Calvino (BEI)
– Wopke Hoekstra (Clima)
– Sophie Wilmes (Parlamento europeo)
Ordine del giorno (ufficiale):
– Guerra in Ucraina
– Sicurezza nazionale
– Intelligenza artificiale
– Economia USA
– Difesa e industria bellica
– Minerali strategici
Ma secondo osservatori indipendenti, è molto probabile che dietro queste formule si celino discussioni su crisi globali, tensioni in Medio Oriente, e strategie di controllo sulle tecnologie emergenti e sulle catene di approvvigionamento mondiali.
Il Bilderberg – fondato nel 1954 – è da sempre più di un think tank: è il luogo dove l’architettura del potere neoliberale si confronta, si rafforza e si perpetua. Una sorta di "NATO economica" dove si intrecciano economia, guerra, intelligence e media. The Times lo definì nel 1977 “una congrega dei più ricchi e influenti del mondo occidentale che si riuniscono in segreto per pianificare eventi che poi sembrano accadere per caso”.
Oggi, quella stessa logica si rinnova:
– con riunioni blindate,
– partecipanti selezionati,
– nessun controllo democratico,
– e giornalisti che partecipano… ma non raccontano.
Il punto non è che esistano queste riunioni.
Il problema è che nessuno ne parla. E che, quando lo fanno, le descrivono come semplici “chiacchierate informali”.
La realtà è che nel silenzio complice dei grandi media, si decide il futuro di miliardi di persone. A porte chiuse.
Come sempre.