L'ITALIA È SOVRANA MA DECIDONO SEMPRE LORO: MELONI SI AL 5%

L'ITALIA È SOVRANA MA DECIDONO SEMPRE LORO: MELONI SI AL 5%

Mentre Slovacchia e Spagna dicono no, l’Italia risponde "obbedisco"


Nonostante in Europa crescano le proteste contro l'aumento delle spese militari al 5% del PIL, come richiesto con insistenza da NATO e Stati Uniti, la premier Giorgia Meloni ha già dato la sua piena disponibilità a rispettare l'ordine di Washington.

Intervenendo il 23 giugno davanti al Parlamento, Meloni ha definito l'impegno come «importante e necessario», citando addirittura Margaret Thatcher per giustificare l’ennesimo sacrificio economico. «I nostri valori non saranno difesi da quanto sono giuste le nostre cause, ma da quanto è forte la nostra difesa», ha ribadito, rilanciando così una retorica che promette pace attraverso sempre più armi.

Intanto, mentre sanità, scuola e diritti sociali vengono sacrificati sull'altare delle spese militari, l'Italia conferma la sua sovranità soltanto a parole.

Il governo Meloni, che si definisce sovranista, è stato il primo a dare l’ok all’aumento delle spese militari al 5% del PIL, mentre altri Paesi – come la Spagna e la Slovacchia – si sono opposti apertamente.

E allora la domanda è inevitabile:

se altri possono dire no, perché l’Italia dice sempre sì?

Le ipotesi sono due:

o ci sono accordi non dichiarati dietro le quinte,

oppure chi ci governa è solo un pupazzo nelle mani di altri.

Un burattino.

Un'altra stagione di miliardi regalati alle lobby della guerra, mentre il Paese paga il conto.

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